CESARE BADUEL

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CESARE BADUEL Author(s): MILES Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 8, No. 7/8 (Luglio - Agosto 1953), pp. 205-206 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757773 . Accessed: 14/06/2014 05:15 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.34.79.192 on Sat, 14 Jun 2014 05:15:01 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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CESARE BADUELAuthor(s): MILESSource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 8, No. 7/8 (Luglio - Agosto 1953), pp. 205-206Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757773 .

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tonnellate. Il sistema di cavi è munito di dispositivi per le comunicazioni telefoniche fra il personale viaggiante e le stazioni e per la segnalazione delle condizioni atmosferiche e della velocità del vento.

La riapertura della Mostra è un rito festoso che la pre- senza del Capo dello Stato ha reso particolarmente solenne.

L'On. Rubinacci ha detto che Napoli dev'essere la testi- monianza delle qualità costruttive del popolo italiano. Vo- gliamo ricordare queste parole del Ministro del Lavoro per- che, effettivamente, Napoli con la Mostra d'Oltremare da una prova vivente delle sue capacità organizzative e di lavoro.

Si è facilmente portati a dare una parte preponderante all'aspetto spettacolare della Mostra, che è grandioso e af- fascinante e basterebbe da solo a giustificare la manifesta- zione. Ma noi non ci lasceremo sedurre da questo aspetto pittoresco e bellissimo della Mostra. Noi, anzi, non vogliamo che la Mostra si esaurisca esclusivamente nella sua fun- zione di festival o di kermesse. La Mostra ha altri compiti e altre finalità di carattere economico cui assolvere. Essa deve continuare e completare la sua opera di redenzione di una zona e deve promuovere fino all'estremo limite possibile il progresso economico non solo della città di Napoli, ma di tutta la regione campana. L'importante è che essa abbia un contenuto economico e una funzione essenzialmente eco- nomica.

La Mostra è uno strumento formidabile nelle mani dei napoletani. Essa deve assolvere intieramente il compito per il quale fu creata ed è stata ricostruita.

La presenza alla Direzione dell'Ente Mostra di Luigi Toc- chetti - questo toscano apparentemente duro e impenetra- bile trapiantato, ormai stabilmente fra noi - e di Giuseppe Russo, che è un vulcano inesauribile di attività e di inizia- tive, è una garanzia che la Mostra percorrerà fino in fondo la sua strada e assolverà integralmente i compiti per i quali essa venne creata.

II tema della Mostra, quest'anno, è « l'Italia nei suoi rap- porti con l'Africa e con l'Asia t>.

Scopo della rassegna è quello di mettere in evidenza la capacità produttiva di questi continenti, con particolare rilievo per quei beni e quei prodotti che occorrono ad in- tegrare le rispettive deficienze economiche.

L'economia eurafricana e quella eurasiatica vengono esa- minate e illustrate sia nella iniziativa privata che nell'azione degli Stati in tutti i loro sviluppi e in tutte le loro pro- spettive.

Il settore della produzione italiana in rapporto ai mer- cati africani ed asiatici è destinato ad interessare tutte le imprese di costruzione e dei materiali da costruzione e com- prende i prodotti delle industrie siderurgiche, metallurgi- che e meccaniche, i prodotti delle industrie elettriche, chi- miche e farmaceutiche, dell'industria della gomma e delle materie plastiche; interessa i gruppi editoriali italiani e tutti gli enti commerciali e gli esportatori che intrattengono relazioni abituali di affari coi Paesi dell'Africa e dell'Asia.

Una parte importante della Mostra è dedicata special- mente all'industria tessile, della moda e dell'abbigliamento, ai prodotti di bellezza e a quelli del lavoro artigiano.

Un altro settore riguarda il turismo, le comunicazioni e i trasporti fra l'Italia e i Paesi africani e asiatici. Trovano nella Mostra la loro funzionalità i prodotti dell'Africa e dell'Asia complementari della produzione italiana.

Un settore speciale è impegnato per l'archeologia, la sto- ria e la cultura: in esso sono illustrati tutti i monumenti e le opere architettoniche di artisti italiani in Africa e in Asia e gli scavi archeologici operati dagli italiani in questi continenti.

Alla Torre delle Nazioni sono presenti quest'anno la NATO e la Comunità europea del carbone e dell'acciaio. Una Mostra dell'industrializzazione del Mezzogiorno sarà inaugurata il 15 settembre, sotto il patronato del Ministero dell'industria e commercio. Nello stesso mese di settembre una giornata sarà dedicata all'Eurafrica : tale manifestazione avrà lo scopo di fare il punto sui più recenti sviluppi degli studi dei rapporti fra l'Europa e l'Africa, e sarà dato modo così agli studiosi italiani di esporre il loro pensiero su di un'argomento che tanto interessa il nostro Paese.

Questo il programma, nelle sue linee essenziali. Vedre- mo nei successivi articoli come tale programma sia stato realizzato.

; Gennaro Scognamiglio

CESARE BADUEL di MILES

Silenziosamente, modestamente, con quel tratto signo- rile e discreto che lo distinse per tutta la vita, Cesare Ba- ci nel ci ha lasciato! Lo scienziato, il generale, V organiz- zatore, il filantropo, Vuomo che aveva dedicato una lunga e nobile esistenza al progresso del sapere e al bene del- l'umanità, non e più!

Ma restano le sue 45 pubblicazioni scientifiche; restano gli ospedali, i sonatori da lui fondati; resta, per noi afri- canisti, queir« Istituto Agostino Chigi per lo studio e la cura della lebbra » nella piana di Selaclaca, nel cuore del Tigrai, per la cui resurrezione, dopo il turbine devastatore della guerra, Cesare Baduel - con testamento che corona di luce ideale il suo transito su questa terra - ha desti- nato tutti i suoi averi.

Nella sua qualità di Sanitario Capo del Sovrano Mili- tare Ordine di Malta, il Gen. Baduel era stato il massimo realizzatore della volontà di S.A. Eminentíssima il Principe Ludovico Chigi Albani della Rovere, Gran Maestro del- l'Ordine, mentre l'assistenza ai lavori era stata in portico- lar modo assicurata dal suo unico figlio, Fing. Gian Carlo Baduel, poi valorosamente caduto, anccr giovane e forte, nel corso della guerra civile che insanguinò dieci anni ad- dietro le contrade d'Italia.

Anche e sopratutto per V opera del Prof. Baduel, Vlsti- tuto che in terra africana continuava la grande millenaria tradizione dei Cavalieri di Malta, militare e insieme o spe- dai i era, era in piena attività, allorché sopraggiunse il 10 giu- gno del 1940. Completati i lavori, erano in funzione Vospeda- le e due dei tre villaggi, con una disponibilità di 1300 posti, sui 2000 che in totale avrebbe dovuto contenere con la imminente costruzione dun terzo villaggio. Un cospicuo numero di lebbrosi dei Governi dell Eritrea e dell9 Asmara vi aveva trovato ricovero e cure. Il personale sanitario e religioso di assistenza era al completo ed erano già iniziati studi e pubblicata una prima comunicazione scientifica - ad opera del Prof. Baduel - su un importante argomento di lotta contro la lebbra. Era anche in allestimento il La- boratorio Scientifico.

L'Ospedale che ricoverava 100 infermi si presentava come, un moderno ospedale e duna sicura efficienza per la tenuta delVambiente e dei malati. Questi, dopo le con- venienti cure, erano in gran parte in grado di trascorrere la giornata airaría aperta ed al sole.

L'Azienda agricola, con le sue colture, le sue stalle, i suoi magazzini costituiva parte integrante delVlstituto, che si presentava, con tutti i suoi impianti elettrici, telefonici, scientifici, come un faro di civiltà in mezzo a un Paese in gran parte da redimere.

Contro questa cittadella della bontà - allorché essa fu dovuta abbandonare dal medico, dal cappellano, dalle suore, dal personale tutto - si avventarono barbare bande Galla, che saccheggiarono tutto, persino i viveri che, in gran quantità, erano stati lasciati ai poveri lebbrosi. L'acque- dotto venne distrutto, al pari delle coltivazioni, dei rim- boschimenti, dei vivai. Travolta ogni difesa dalle acque movane, impaludamento e malaria ritornarono a funestare la piana di Selaclaca.

Ma quante volte non accadde qualcosa di simile nella nostra storia? Invasioni barbariche, spaventosi cataclismi sconvolsero, distrussero, annientarono; eppure Vitalia risor- se sempre più bella. Sarà così anche per il Lebbrosario di Selaclaca. Colui che, con l'aiuto delVunico figlio tragica- mente premortogli, lo aveva realizzato, ha offerto, morendo, i mezzi per ricostruirlo; e già VOrdine di Malta sta prov- vedendo all'invio in Etiopia di una missione con a capo il Conte Generale Carlo Nasalli Rocca, perché l'opera di ri- costruzione, resa possibile dalla generosità di Cesare Ba- duel, sia il più possibile rapida e completa.

Le grandi, le eccezionali benemerenze verso V Africa dell'uomo che tutti rimpiangono (egli non aveva nemici) non possono, però, farci dimenticare quanto egli aveva operato in altri campl.

Oltreché le apprezzate pubblicazioni, tre libere docenze, l'insegnamento in quella facoltà medica di Firenze che si

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gloriava di un maestro come Pietro Grocco, l'opera svolta come primario nell'Ospedale fiorentino di S. Maria Nuo- va, V appartenenza al Consiglio Superiore di Sanità illustrano sufficientemente la figura di scienziato e di medico del BadueL

Già prima di pervenire (1919) alla carica di Direttore Generale della Croce Rossa Italiana, egli aveva, nel nome e per conto di questa filantropica istituzione, creato i 47 ospedali territoriali delVü0 Corpo d'armata nel corso della guerra '15 • '18, passando poi in zona d'operazioni, dove (1917) guadagnò la medaglia di bronzo al valor mi- litare,

Nel primo dopoguerra, quale membro del Comitato Cen- trale della C.R.I., il Prof, Baduel fondò Vufficio delle "Prov- videnze Sanitarie Sociali", che portarono la Croce Rossa, la quale fino allora si occupava dei soli suoi doveri istitu- zionali (guerra e calamità pubbliche), a svolgere un pro- gramma di pace inteso a creare provvidenze ed istituti per l'assitenza ai militari tubercolosi, reduci dalla prigionia o eliminati dall'esercito, e per la profilassi e la lotta contro le malattie. Sorsero così - per iniziativa del Baduel - in accordo con la Sanità Militare e con quella Pubblica • ospe- dali per tubercolosi, con una disponibilità di 2500 posti letto, reparti per tubercolosi gravi, sonatori, dispensari, isti- tuti climatici, e, al tempo stesso, una organizzazione per l'in- fanzia predisposta, con colonie profilattiche, ospizi marini, asili scuola, scuole all'aperto. Sempre per mezzo dell'ufficio Provvidenze Sanitarie Sociali si provvide anche a intensi- ficare la lotta antimalarica, resa necessaria dall'aumento no- tevole della malattia per il contingente di militari rientrati dalla guerra, con dispensari e colonie antimalariche, istituen- done anche in alta montagna per i casi più gravi, e furono impiantate Unità Sanitarie antimalariche nei centri più colpiti.

L'opera benefica e illuminata di Cesare Baduel potè svolgersi in più vasto campo dopo la sua nomina a Di- rettore Generale della C.R.I.: sorsero allora i Sanatori di Cuasso al Monte, di Eremo di Lanzo, di Farà Sabina, di Bergeggio. Le qualità d'organizzatore del Baduel riful- sero nei soccorsi tempestivi ed efficienti apportati dalla C.RJ. in occasione del terremoto del Mugello (1919), della Lunigiana e Garfagnana (1920), deli eruzione dell'Etna (1923). In tutti questi casi egli assunse personalmente la direzione dell'opera di soccorso.

In moltissimi, e tutti alti, incarichi Baduel affermò la propria personalità: dalV Opera Nazionale Maternità e In- fanzia a vari consessi internazionali, medici e assistenziali. Con rammarico, nel 1950, egli doveva rinunciare a prestare ancora la sua opera presso la C.R.I. (ne era, dal 1944, ispet- tóre generale addetto alla Presidenza) perche completamente assorbito dalla carica di Sanitario Capo delle Opere di As- sistenza Civile presso il Sovrano Militare Ordine di Malta. E la morte ha colto lui, ottantacinquenne, ma sempre in- tegro di corpo e di mente, mentre ancora, dal Palazzo di Via Condotti, continuava a dirigere, con diuturna fatica, la bella, la nobile, la santa battaglia contro il male, la miseria, il dolore di tanti fratelli.

La sua brillante carriera militare, che lo portò rapi- damente al grado di Generale, le sue tante onqreficenze, na- zionali ed estere (era dal 1921 Gran Croce delFOrdine dì Malta), non sono che aspetti esteriori di una forte persona- lità affermatasi in virtù di due qualità che sono patrimonio di pochi: un valore professionale al di sopra del comune, frutto d'intelligenza, di studi, di volontà, di fede ed una bontà spinta sino alle vette sublimi di ogni rinuncia e di ogni sacrificio.

In vita, Cesare Baduel, conobbe, come pochi, il dolore: il tragico fato del figlio ne fu la stretta suprema. Eppure egli rimase sempre sereno e intrepido nella sua trincea di amico e di benefattore delVumanità. Noi credenti siamo certi che i triboli di questa terra si saranno già mutati, per la sua Anima Eletta, nelle* gioie sublimi dell9 eterna bea- titudine.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE CASE COMMERCIO ESTERO Nell'assemblea degli associati della Ass. Naz. Case Com-

mercio Estero, tenutasi in Roma alla fine dello scorso giugno, essendosi proceduto alla elezione delle cariche sociali, il no- stro Direttore, Aw. Gregorio Consiglio, è stato nominato vice-presidente insieme ai sigg. Grioni di Trieste, Sacci di Milano e Cauvin di Genova. A presidente dell'Associazione è stato eletto il Comm. Cesare Rossi.

IMPRESE ITALIANE IN COSTA D'ORO Recentemente il Primo Ministro della Costa d'Oro, dott.

Nkrumah, ha personalmente partecipato alla cerimon;g che ha dato l'avvìo dei lavori del tronco stradale destinato a collegare Weija con Winneba.

La presenza del Primo Ministro, che guidò personalmente uno dei caterpillars destinati ai lavori, grandi trattori capaci di trasportare 25 tonnellate di terra alla velocità di 20 mi- glia all'ora, e del Ministro delie Comunicai ioni e dei Lavori Pubblici, Mr. Braimah, sottolineò l'importanza che si attri- buisce a questo tronco stradale, la cui esecu2Ìone è affidata all'impresa italiana Astaldi Africa.

L'imponente piano decennale di sviluppo economico e sociale della Costa d'Oro, che ha avuto inizio nel 1951 e eie prevede un complesso ài spese per 75 milioni di sterline, riserva il 35% di tale bilancio alle comunicazioni. Nel qua- dro del piano rientrano i grandi lavori di ampliamento del porto di Takoradi, condotti a termine ed aperti al traffico nell'aprile scorso, e la costruzione di un nuovo collegamento stradale costiero tra questo porto e il porto di Accra.

Il tronco Weija- Winneba, affidato all'impresa italiana, rappresenta agpunto il primo e più importante tratto della nuova strada costiera di collegamento diretto fra il vecchio porto di Accra e il nuovo porto di Takoradi, che uniti assi- curano all'intenso traffico di esportazione ed importazione della Costa d'Oro un adeguato sistema portuale.

Si comprende quindi il rilievo dato all'opera testé ini- ziata, che ridurrà da 73 miglia a 38 miglia la distanza tra Accra e Takoradi. Durante la cerimonia inaugurale dei lavori, che si svolse a Weija, a circa 11 chilometri da Accra, e alla quale presenziarono anche vari membri della Legislative As- sembly, il Ministro delle Comunicazioni e dei Lavori Pub- blici non esitò, nel suo discorso, a definire quest'opera come « il r>iù importante fra i progetti del piano di sviluppo stra- dale dei Paese » .

Il carattere, l'importanza e il significato economico dei lavori furono poi illustrati da Mr. Saloway, capo delle opere pubbliche del Paese, il quale tenne a dare il cordiale ben- venuto all'impresa italiana » di fama internazionale » che si è oggi affiancata alle altre imprese che lavorano nella Costa d'Oro. « La. presenza della Astaldi Africa - egli ha detto - è simbolica della cordialità con la quale la Costa d'Oro ac- coglie tutti coloro che, da qualsiasi parte del mondo libero, sanno e possono, con i loro mezzi umani e materiali, aiutare il progresso civile del Paese e il suo sviluppo in Nazione » .

La Astaldi Africa, la cui splendida opera tuttora in corso in Africa Orientale Britannica è*, stata in passato ampiamente illustrata su queste colonne come esempio di seria attività industriale italiana oltremare, meritava di essere portata a modello della collaborazione europea in Africa e di poter iniziare sotto questo auspicio e in questo clima di cordialità la sua nuova fatica in Africa Occidentale.

Rapporti tra Italia ed Etiopia Presso la Camera di Commercio di Milano ha avuto

luogo recentemente una riunione allo scopo di esaminare la situazione penosa che si è venuta a creare nei rapporti tra l'Italia e VEtiopia in seguito al rinvio sine die delle trattative già in corso a Roma tra il Governo Italiano e la Commissione Etiopica presieduta dal Ministro del Com- mercio lima Deressà, al fine di regolare le clausole eco- nomiche derivanti dal trattato di pace.

Hanno partecipato alla riunione rappresentanti delle Banche, della Con) industria, delV Associazione Commercio Estero, di Ditte operanti in Etiopia e del "Gruppo Bottego**.

Esaminata la situazione, si è deciso di intervenire op- portunamente presso gli organi di Governo al fine di pro- muovere una distensione nei rapporti fra Vitalia e VE- tiopia.

La Rivista "Affrica" aderisce pienamente ai voti espres- si nella riunione tenutasi a Milano ed è spiacente di non poter pubblicare, perche giunto quando la Rivista era già in macchina, Varticolo che sulV argomento le e stato in- viato dal Col. B.V. Vecchi, presidente del "Gruppo Bot' tego", promotore della riunione.

Su questo importante aspetto dei rapporti fra Vitalia e V Africa ci riserviamo di ritornare nei protsimi numeri.

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L'Ambasciatore Alessandro Bodrero

(pag. 209)

Uumanità dell'Italia ha parlato in Africa attraverso questi uomini, dolorosamente scomparsi

II Generale Cesare Baduel (pag 205)

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