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2 Anno Ventunesimo Marzo/Aprile 2017 Periodico di collegamento del Tempio Universale della Devozione al Sacro Cuore DEL MONDO CU RE Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abb onamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 e 3 - Aut. DCB Roma Esercizi Spirituali Testimoni del Risorto, agosto 2016 Testimoni del Risorto Una vocazione laicale pasquale

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Esercizi Spirituali Testimoni del Risorto, agosto 2016

Testimoni del RisortoUna vocazione laicale pasquale

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DEL MONDO

Periodico di collegamentodel Tempio Universale dellaDevozione al Sacro Cuore NUMERO 2 - ANNO VENTUNESIMO - MARZO/APRILE 2017

in questo numero Direttore responsabileGian Luigi Pussino

Promosso dallaPia Opera del Sacro Cuore

Editore e proprietàIspettoria Salesiana Romano Sarda

CollaboratoriRaffaele Panno, Antonio Sperduti,

Ilaria Liberti, Dina Moscioni, Daniela, Micaela Valentino, Emma Ciccarelli,

Sr. Emilia Di Massimo

Direzione, redazionee amministrazione

Via Marsala, 42 - 00185 RomaTel. 06.444.83.403 - 06.444.83.411

Fotografi eBS, ANS, Ispett. Romana

Bruno Gherbassi

Della riproduzione parziale o integrale degli scritti,fotografi e e illustrazioni, non si restituiscono gli originali,

salvo previa intesa con il Direttore.

Pubblicazione bimestrale gratuita.

Registrazione presso il Tribunale di Roman° 00053/97 del 31-01-97

CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA

Diffusione gratuitaSpedizione in abbonamento postale

C/C postale n° 914010

Tipolitografi a Istituto Salesiano Pio XIVia Umbertide, 11 • 00181 Roma

Tel. 06.78.27.819 - [email protected]

Finito di stampare nel mese di Marzo 2017

Associata allaUnioneStampa PeriodicaItaliana

GARANZIA DI RISERVATEZZA

In conformità alla Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali, la Pia Opera del Sacro Cuore garantisce la massima riservatezza dei dati da lei forniti. Il loro trattamento viene realizzato dalla Ispettoria Salesiana di Roma, che am mi nistra

le offerte. I dati vengono utilizzati per comunicazioni a lei personalmente dirette da parte della Pia Opera. Può comunque chiedere la rettifi ca di eventuali errori o di essere escluso da ogni comunicazione, scrivendo a:

PIA OPERA DEL SACRO CUORE - Via Marsala, 42 - 00185 Roma

CU REEL MMMMMOOOOONNNNNDO

pagina 1 Lettera del Rettore

Vita del santuario

4 La Comunità Educativo-Pastorale:clima di famiglia

5 Incontri con Gesù 6 Scuola italiano

Cuore in preghiera

8 Primo venerdì nel mese di Marzo

10 In alto i cuori! 12 Primo venerdì nel mese di Aprile

La famiglia Salesiana

14 Testimoni del Risorto 16 100 Anni di Comunione

La famiglia nel cuore

18 Il nuovo tempo del padre

I giovani nel cuore

20 Una "Casa di Don Bosco" per restituore la speranza a i bimbi di Locri

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«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».

«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,e gli angeli suoi testimoni,

il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto:

precede i suoi in Galilea». (Sequenza di Pasqua)

requentemente nel tempo di Quaresima

la Chiesa ci invita a pregare per arriva-

re spiritualmente preparati a celebrare

la Pasqua di risurrezione di Gesù, una festa

che si protrae per cinquanta giorni (Tempo

di Pasqua).

Il triduo pasquale della passione, morte e

risurrezione di Gesù è al centro dell’anno e

della vita di colui che crede nel Dio di Gesù

Cristo che ha liberato il proprio Figlio dal

vincolo della morte e lo ha risuscitato dai

morti facendo di lui “il Vivente”, il “Signore

della Vita”.

La risurrezione di Gesù è il fondamento

e ciò che rende particolare e unico il nostro

rapporto con Gesù, la nostra fede, che si spe-

cifi ca rispetto alle altre proprie per questo. Il

nostro Signore è Cristo Risorto! Facciamo no-

stra la professione di fede che Pietro rivolge

agli uomini d’Israele: “Uomini d’Israele, ascol-

tate queste parole: Gesù di Nazaret – uomo

accreditato da Dio presso di voi per mezzo

di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso

operò fra di voi per opera sua, come voi ben

sapete –, dopo che, secondo il prestabilito di-

segno e la prescienza di Dio, fu consegnato

a voi, voi l’avete inchiodato sulla croce per

mano di empi e l’avete ucciso. Ma Dio lo ha

risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della

morte, perché non era possibile che questa lo

tenesse in suo potere… Sappia dunque con

certezza tutta la casa di Israele che Dio ha

costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi

avete crocifi sso!”. (Atti 2, 22-24.26)

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Non è stato facile per la comunità apo-

stolica credere nella resurrezione di Gesù dai

morti con il suo vero corpo: è stato un avve-

nimento del tutto inedito, nuovo, preceden-

temente sconosciuto. Di nessun uomo si era

mai affermato che fosse ritornato in vita per

sempre. I fatti del Venerdì santo gettano i di-

scepoli in una fase di grande smarrimento e

disperazione; alcuni di essi fuggono da Ge-

rusalemme: le speranze alimentate da circa

tre anni vissuti con Gesù sembra che siano

state infrante dalla croce…”speravamo”…

Tutto sembra fi nito e nel peggiore dei

modi…

Dopo poco tempo, tuttavia, quei discepoli

si ritrovano a Gerusalemme, riuniti nel nome

di Gesù e la loro

Testimonianza resa davanti al popolo e

a quanti decretarono la morte del “profeta”

è chiara: “Gesù è vivo. Dio lo ha resuscita-

to”. Che cosa li ha portati a lasciare la sicura

Galilea per ritornare a Gerusalemme dove

la loro presenza è piuttosto ingombrante?

Come hanno vinto la paura e la codardia

parlando con audacia e convinzione, suben-

done le conseguenze?

“Dio ha risuscitato Gesù dai morti”: non

è rimasto impassibile di fronte alla morte

del “Giusto”, ma è intervenuto per strappar-

lo dalla morte destandolo e mettendolo in

piedi.

Per gli apostoli è una testimonianza che

va resa e si impone anche a costo di perse-

cuzioni, percosse, tempi di prigionia e della

stessa vita che saranno chiamati ad offrire a

testimonianza della verità.

La fondamentale importanza della resur-

rezione di Gesù dai morti è talmente eviden-

te ai discepoli che iniziano a riunirsi per cele-

brare l’Eucarestia la domenica, il “giorno del

Signore”, il terzo giorno dalla morte in croce

e non il giovedì (giorno dell’ultima cena),

né il venerdì (giorno della morte di Gesù) e

neanche il sabato (giorno del riposo festivo

ebraico).

Anche Paolo attesta nella Prima lettera ai

Corinzi scritta nel 55-56 d.C.: “Se Cristo non

fosse risorto la nostra predicazione sarebbe

senza fondamento e vana la vostra fede”

(15,14).

Prima conseguenza della resurrezione di

Cristo è la universale chiamata alla risurre-

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mistero Pasquale di Cristo che quando viene

assunto nella nostra vita ci apre alle inson-

dabili ricchezze della vita dei fi gli di Dio resi

tali dall’unigenito Figlio di Dio Cristo Gesù

totalmente unito al Padre al punto di essere

una cosa sola con Lui.

Nel nostro cammino di fede in Cristo ri-

sorto, la Chiesa ci è donata come madre ed

educatrice che ci genera ed educa alla vita

cristiana nei sacramenti della Iniziazione

Cristiana (Battesimo, Confermazione ed Eu-

carestia) e nella Riconciliazione partecipan-

do ad ogni battezzato il mistero pasquale di

Cristo Gesù Fonte e Signore della Vita dan-

doci la forza di comprometterci per Cristo

ogni volta che ascoltiamo la sua Parola e ci

nutriamo del Pane della Vita, pegno di vita

eterna. Tutto ciò dà a noi una nuova qualità

di vita rendendoci uomini nuovi che vivono

dei frutti dello Spirito: amore, gioia, pace,

magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà,

mitezza, dominio di sé (Gal. 5, 22).

Resi partecipi della Pasqua di Cristo il

nostro corpo seminato corruttibile, risusci-

ta incorruttibile; seminato ignobile, risuscita

glorioso; seminato debole, risuscita potente;

seminato corpo naturale risuscita spirituale

(1 Tes, 15, 42-44).

Don Raffaele Panno

zione di tutti i morti: “Cristo è risorto dai

morti, primizia di coloro che sono morti.

Perché, se per mezzo di un uomo venne la

morte, per mezzo di un uomo verrà anche la

risurrezione dei morti. Come infatti in Ada-

mo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceve-

ranno la vita.” (1 Cor. 15,20-22)

Non si può affermare di credere in Cristo

se non si crede nella sua resurrezione e nella

resurrezione dei morti che dà alla vita di ogni

uomo l’orizzonte e il sapore dell’eternità.

La resurrezione di Gesù fa entrare tut-

ta l’umanità in una nuova dinamica di vita

piena, di grazia, di speranza e di gioia che

sostituisce quella della morte, del peccato e

della disperazione; alla dinamica del venerdì

santo si sostituisce quella della domenica di

resurrezione che dà senso allo stesso venerdì

santo come il chicco di frumento che mar-

cisce nella terra dà origine alla maturazione

della spiga di ricca di chicchi di grano.

Nella nostra vita siamo chiamati ad as-

sumere la risurrezione come salvezza, a vi-

vere di essa e ad approfondire nella nostra

vita il suo mistero. La nostra fragilità nella

fede viene proprio dal misconoscimento del

Tintoretto, “La Resurrezione”Galleria dell’Accademia, Venezia

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“Comunità Educativo-Pastorale”, ge-

neralmente indicata con la sigla “CEP”,

è soggetto e al tempo stesso oggetto

dell’azione educativo-pastorale. La peculiarità è

nella comunità, elemento principale per la realizza-

zione della pastorale giovanile salesiana, in quanto è

la comunità che coinvolge, in un clima di famiglia,

giovani e adulti, genitori ed educatori, all’interno

dell’opera salesiana ed in sintonia con essa. L’ele-

mento fondamentale della Comunità Educati-

vo-Pastorale, però, non è il lavoro o l’effi cacia, ma

un insieme di valori educativi, spirituali, salesiani,

che formano un’identità condivisa.

È educativa, in quanto colloca al centro la pro-

mozione integrale dei giovani, la maturazione di

tutte le loro potenzialità; è pastorale, perchè si

apre all’evangelizzazione, cammina con i giovani

perché incontrino Gesù come il Signore della loro

vita. Tutto questo si realizza attraverso la centrali-

tà dell’Eucaristia, l’inserimento attivo dei giovani,

delle famiglie, e l’attenzione alla formazione, la

quale è specifi ca per ogni settore. I fondamenti

della Comunità Educativo-Pastorale hanno radice

dai primi tempi dell’Ora-

torio: intorno a Don

Bosco si è costi-

tuita una co-

La Comunità Educativo-Pastorale: clima di famiglia

munità molto simile ad una famiglia e nella quale

gli stessi giovani erano protagonisti; in essa si vi-

veva un ambiente giovanile denso dei valori del

Sistema Preventivo, con caratteristiche spirituali

e pastorali ben defi nite, con obiettivi chiari e con

una convergenza di ruoli pensati in funzione dei

ragazzi. Esperienza analoga a Mornese, con Maria

Domenica Mazzarello. Oggi, dunque, la Comunità

Educativo-Pastorale è una realtà carismatica, ma

anche un’esigenza di Chiesa, una realtà di comu-

nione a servizio di una stessa missione. La CEP è

la forma salesiana d’animare qualunque realtà

educativa per realizzare in essa la missione di

Don Bosco; essa quindi non è una nuova struttu-

ra che si aggiunge agli altri organismi di gestione

e di partecipazione esistenti nelle diverse opere o

ambiti pastorali.

Anche nel nostro specifi co dell’opera del Sacro

Cuore, proviamo a camminare insieme e a costrui-

re sempre di più la Comunità Educativo-Pastorale.

All’ampia e spesso “fl uida” composizione dell’in-

tera comunità, fa da giuda un “Consiglio della

cep” composto dalla comunità salesiana, dalla co-

munità delle Missionarie di Cristo Risorto (MCR),

da due suore salesiane e da circa una decina di

laici impegnati nei differenti settori dell’opera.

Le riunioni del Consiglio si svolgono ogni mese, ed

in esse si verifi ca la missione educativa che si è

vissuta durante il mese, si decidono le varie attivi-

tà da mettere in atto durante il periodo successi-

vo, si rifl ette insieme sull’andamento della casa e

sulle linee da seguire. Le iniziative tengono conto

dai primi tempi dell

torio: intorno a

Bosco si è c

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INCONTRI CON GESÙiao, sono Ilaria. Ho 29 anni, sono calabrese e mi sono trasferita a Roma per motivi di studio. Ho conosciuto la realtà del Sacro Cuore a set-

tembre 2016. È stato, infatti, 6 mesi fa che ho ini-ziato a svolgere l’attività di volontaria del Servizio Civile Nazionale presso la casa Salesiana.Ad ottobre 2016 ho ricevuto un invito: quello di condividere un’esperienza di fede prendendo parte agli “Incontri con Gesù”. Si tratta di una serie di appuntamenti con cadenza settimanale du-rante i quali un gruppo di giovani si dona reci-procamente parte del proprio tempo per vivere insieme un’esperienza di riscoperta della fede, alternando momenti di rifl essione (in comunio-ne o da soli) a momenti di canto e di preghiera, guidati da persone che in un modo o nell’altro sono in grado di dare testimonianza di quella che è la Parola di Dio. Premetto che sono cresciuta in una famiglia molto credente; fi n da piccola ho sempre avuto modo di alimentare la mia fede: partecipando alle messe di precetto, santifi cando le feste, andando al catechi-smo, condividendo momenti di preghiera in fami-glia e spendendo del tempo per le necessità della parrocchia.Ho avuto modo di sperimentare la grandezza del Padre e l’amore di Gesù nella mia vita in diverse occasioni; una tra tutte è la malattia di una perso-

na a me molto cara, che da molti anni per me rap-presenta una ferita che fatica a rimarginarsi e continua a fare sempre molto male. Più volte ho avuto modo di sentire la presenza di un Dio che è Padre e quindi mi consola, ma anche di Gesù, fi glio del Padre, e quindi Fratello che mi sostiene. Sono anche tante le volte che ho provato rabbia perché le mie debolezze facevano sì che pretendessi che un Dio in quanto tale dovesse fare un miracolo per me, ed in quei momenti ho avuto la testimonianza di un Padre che ti ama e non ti abbandona anche se per qualche momento ti metti contro di Lui. Ma prima d’ora non avevo mai avuto modo di condivi-dere dei momenti di fede e di rifl essione così forti con persone “estranee”. Quindi per me, partecipa-re a questi incontri, non signifi cava accostarmi per la prima volta alla fede, in quanto consape-vole di averla ben salda dentro di me. Ho deci-so di prendervi parte per provare un’esperienza diversa di fede in condivisione con altri giovani, più o meno credenti.A essere sincera, ho partecipato al primo incontro convinta di non riuscire a continuare ad essere pre-sente ogni settimana perché tra il servizio civile e lo studio pensavo di non avere la forza necessaria per

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di tutte le realtà presenti nella parrocchia e sca-

turiscono guardando alla realtà territoriale e alle

esigenze che essa manifesta mediante coloro che

frequentano l’opera salesiana.

Il Consiglio, ovviamente, non esaurisce la Comuni-

tà Educativo-Pastorale, ma è chiamato ad animar-

la. Per questo, durante l’anno in corso, sono sta-

te convocate due assemblee aperte all’intera

cep: una a settembre, per discernere la proposta

pastorale e le attività con le quali declinarla; una

a febbraio per verifi care quanto deciso all’inizio

dell’anno e proseguire la rifl essione e il cammino.

Per facilitare il lavoro del Consiglio, ogni settima-

na si riunisce la segreteria della cep, formata

da tre salesiani e tre suore MCR, con l’incarico

di elaborare e preparare quanto necessario per gli

incontri e la progettazione.

Una realtà, quella della Comunità Educativo-Pa-

storale e delle sue declinazioni, che vuole dire il

nostro desiderio di costruire un famiglia che edu-

ca, senza cadere nella tentazione di procedere in

direzioni diverse che portano a orizzonti diversi,

ma con la volontà sincera di camminare insieme.

Emilia Di Massimo

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opresenza di un Dio che è

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Incontri con Gesù

VScuola italiano

ia Marsala, 42. Un appuntamento fi sso per i giovani ragazzi migranti che si ritrovano qui al Sacro Cuore quotidianamente insieme a tanti

volontari. Si trascorre insieme il pomeriggio in una delle sale al piano terra, giocando, studiando, suo-nando uno strumento, bevendo il tè e mangiando qualche dolce in compagnia. L’atmosfera che si respira è quella di un luogo di dialogo e di confronto, prezioso e pieno di ricchez-za. Qui si incontrano e si condividono storie, vis-suti, sorrisi, pianti, sogni da realizzare, aspirazioni, il ricordo delle famiglie lasciate e tanto altro. Un intreccio di vissuti che si incrociano con i nostri, ogni giorno.La scuola d’italiano è un progetto che nasce dalla collaborazione dei Sa-lesiani e delle Missionarie di Cristo Risorto, con l’obiettivo di integrare l’offerta formativa presente sul ter-ritorio. È rivolta ai rifugiati e richie-denti protezione internazionale nella

fascia d’età compresa tra i 18 e 35 anni che vivono a Roma e spesso anche fuori dalla capitale. È frequentata da 146 ragazzi, di cui 136 fre-quentano i corsi e il restante numero è seguito individualmente, perché analfabeta o con altre diffi coltà. Attualmente sono 24 i ragazzi in lista di attesa che aspettano di frequentare i corsi. Sono presenti 30 insegnanti tra i 20 e 45 anni che con passione e dedizione li accompagnano in questo percorso. Il nostro obiettivo è quello di ga-rantire un vero servizio di giovani per i giovani.

trattenermi fi no a tardi e trovare una motivazione così forte da superare la voglia di rientrare a casa. (Ah, dimenticavo di dire che gli incontri venivano fatti di sera alle 20:30!). A fi ne incontro però tutte le mie convinzioni dell’inizio sono venute meno e ho sentito dentro me una sensazione di benessere e di soddisfa-zione tale da dare una risposta al mio dubbio iniziale: avrò voglia di continuare questi incontri?La risposta ovviamene fu affermativa; e non solo ho sentito la voglia di continuare a prendere parte agli

incontri ma ho senti-to di averne proprio il bisogno. Le due ore di condivisione mi hanno arricchito molto e han-no gettato le basi ne-cessarie affi nché in me nascesse quella convin-zione che il cammino

intrapreso fosse quello giusto. Questo nuovo modo di accostarmi alla Parola, questo nuovo modo di riscoprire la fede e questo nuovo modo di met-tere a nudo i miei sentimenti davanti a persone fi no a quel momento estranee mi ha fatto per-cepire la grandezza dell’esperienza a cui mi stavo accostando. Incontro dopo incontro la continua conferma della forza dell’amore di Gesù ha unito noi partecipanti sempre di più, creando una sinto-nia e una familiarità inaspettata. Leggere la parola e commentarla, pregare, cantare e lodare tutti in-sieme ci ha reso migliori, mi ha reso migliore. Mi sento sempre più amata da Gesù e mi sento sempre più matura per ciò che concerne la mia fede. Con-siglio a chiunque abbia l’opportunità di intrapren-dere questo cammino e di affi darsi completamente alla scoperta delle meraviglie che Gesù compie ogni giorno nelle nostre vite perché Lui ci ama.

Ilaria Liberti

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ono storie, vis-are, aspirazioni, tanto altro. Un no con i nostri,

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questo percorso. Il nostro obiettivo è quello di ga-rantire un vero servizio di giovani per i giovani.

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Sono presenti circa 27 nazionalità diverse e se si calcola la presenza di volontari stranieri, convivo-no nella scuola complessivamente 30 nazionalità. I principali paesi di provenienza sono Somalia, Se-negal, Pakistan, Afghanistan, Mali e Costa D’Avorio.Come insegnanti cerchiamo spesso di anda-re oltre l’insegnamento. Ci chiediamo: di cosa sentono la mancanza? Quali sono i loro talenti e aspirazioni? Cosa possiamo fare in più per loro? Per farli sentire a casa, in famiglia, per fornirgli più strumenti possibili, ma soprattutto, ci chiediamo, cosa possiamo fare di più insieme a loro? La sen-sazione che sia una vera grande famiglia è ogni giorno sempre più una realtà. La condivisione è il centro della scuola d’italia-no. Non c’è solo scuola. Non ci sono solo libri. Si condividono tante esperienze, gite, visite guidate, si frequentano laboratori. Si canta. Si balla.I giovani che frequentano la scuola hanno l’op-portunità di usufruire di tante attività del centro salesiano: corsi di informatica, corso di patente, danza, laboratori creativi, gruppo per elaborare le emozioni, cineforum, gite, incontri interreligiosi, e altro ancora.La “Sala Giovani” è divenuta il punto di incon-tro, in cui i ragazzi hanno l’opportunità di spe-rimentare le tante attività e di praticare l’italia-no, conversando e migliorandolo sempre più. La scuola d’italiano, la sala pastorale e l’orientamento per il lavoro e la formazione sono tre settori che collaborano intensamente all’interno del Sacro Cuore per fornire e intercettare tutte le opportu-nità possibili. La scuola è articolata in tre classi, i corsi per il livello A0, A1, A2, sono aperti dalle 19:00 alle 20:30 (mar-tedì, mercoledì e giovedì), con una durata quadri-mestrale. Molti dei giovani provengono da centri di accoglienza abbastanza lontani da Termini. Ma non perdono mai il loro appuntamento settimanale. I volontari sono impegnati anche nel rinforzo lin-guistico individuale dei ragazzi che hanno maggio-ri diffi coltà nell’apprendere una lingua abbastanza complessa, come l’italiano, provenendo da conte-sti linguistici e scolastici molto diffi cili. La bellezza della nostra esperienza è vedere come i giovani mi-granti, siano in grado di mettersi in gioco e faccia-

no di tutto per conoscere al me-glio l’italiano, che per loro rap-presenta una reale opportunità di cambiamento, di inserirsi con disinvoltura nel-la comunità, trovare un lavoro e saper comunicare i loro bisogni. Poter così iniziare fi nalmente un percorso di vita sereno. L’insegnante assume qui la fun-zione di un educatore a tutti gli effetti che dedica il suo tempo e tutta l’attenzione e comprensione necessaria. A volte capita però che alcuni giovani perdano la motivazione nello studio perché non desiderano rimanere in Italia per raggiungere qualche fami-gliare in Europa o semplicemente perché non cor-risponde al proprio sogno. Altri subiscono ancora le conseguenze emotive per lo stress e i traumi pro-vocati dal viaggio. Tutto ciò mina la loro concen-trazione e limita il loro entusiasmo. Molti altri non hanno maturato la costanza e l’abitudine allo stu-dio, perché non hanno mai frequentato le scuole nel loro paese. È proprio questa la grande sfi da che ci si pone dinanzi, alla quale dobbiamo e vogliamo rispondere, motivarli e sostenerli, proprio in questi casi più diffi cili.Quindi la scuola ha come obiettivo quello di in-segnare la lingua e la cultura italiana per for-nire ai giovani gli strumenti adatti per potersi muovere e progressivamente integrarsi nella di-mensione sociale e lavorativa del nostro Paese. Allo stesso tempo diventa mezzo per avvicinare molti giovani italiani al tema dell’accoglienza e dell’integrazione e introdurli alla conoscenza di una nuova società multietnica.Il nostro interesse non è solo quello di tramettere la lingua e la conoscenza della cultura italiana, ma anche e soprattutto quello di permettere ai giovani che frequentano le lezioni di sentirsi parte di una casa e di vivere lo spirito di famiglia.

Micaela Valentino

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LA PAROLA Dalla Lettera ai Romani [8,9-12]

9Voi però non siete sotto il do-minio della carne, ma dello Spi-rito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 10E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustifi ca-zione. 11E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.12Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne.

“I medici non ti guariranno perché alla fi ne morirai. Sono io [Cristo] che ti guarisco, e rendo immortale il tuo corpo”.

(Blaise Pascal)

“La morte odora di risurrezione”. (Eugenio Montale)

“La tomba ha un’uscita, che conduce alla vita”. (John Hervey)

“E la morte non sarà più nulla. Morte, anche tu morrai”. (John Donne)

“Chi si affi da nel Signore,col Signore risorgerà”. (Alessandro Manzoni)

“Cristo ha trasformato tutti i nostri tramonti in aurore”.

(Clemente Alessandrino)

“Senza di te, Gesù, nasciamo solo per morire; con te, moriamo solo per rinascere”. (Miguel de Unamuno)

per meditare...

Piero della Francesca “La Resurrezione”Museo Civico, Sansepolcro

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Primo venerdì del mese di Marzo

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frasi da ripetere

In questo meseLeggiamo:• Vangeli

della Passione

Preghiamo:• Preghiere e rifl essioni su

Gesù sofferente e crocifi sso

Intenzione:• Per le comunità cristiane: siano testimoni del Vangelo• Per i cristiani perseguitati.

per pregare...Signore, Dio mio, dacci la pace;

ci hai, infatti, arricchito di tutto!

Dacci la pace e il riposo, la pace del sabato,

una pace senza tramonto.

Tutta questa bellissima serie di cose «molto buone»,

adempiuto il suo ruolo, passerà:

c’è stato in esse un mattino e una sera.

Il settimo giorno, però, non ha sera né tramonto,

perché tu l’hai santificato affinché rimanesse in eterno;

così, il fatto che tu, dopo compiute le tue opere molto buone,

il settimo giorno volesti riposare

benché le avessi compiute senza fatica,

è un annuncio che ci viene dalla voce del tuo libro:

anche noi,compiute le nostre opere,

molto buone perché tu ce lo consenti,

riposeremo in te

nel sabato della vita eterna. Sant’Agostino D’Ippona

• Signore, in Te risorgeremo!.• Signore, siamo creati per l’eternità!.

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Spezza i cuori induriti

CUOREdel Mondo

2-2017In queste due pagine presentiamo una serie di riflessioni-preghiere che si riferiscono al periodo di Quaresima e della Settimana Santa e della Pasqua.

«Non indulgere più a fare misericordia al mondo,accondescende e adempie il desiderio de’ servi tuoi.Ohimè! Tu se’ Colui che gli fai gridare,adunque ode la loro voce...

Adunque apre, disserra e spezza i cuori induritide le tue creature, non per loro che non bussano,ma fallo per la tua infi nita bontà e per amorede’ servi tuoi, che bussano a Te per loro». (Santa Caterina da Siena)

IN ALTO

Abbandonarti è perire...o Dio,distogliersi da Te signifi ca cadere, ritornare a Te signifi ca rialzarsi, rimanere in Te signifi ca essere sicuri. O Dio, allontanarsi da Te è morire, ritornare a Te è rivivere, abitare in te è vivere. (Sant’Agostino d’Ippona)

Addolcisci il mio cuore

Addocilsci, Signore, il mio cuore granitico.Dammi la compunzione e la contrizione sincera,perché mi corregga dai miei numerosi peccati.

(San Pier Damiani)

Ti hanno trattato da pazzoTi hanno trattato da indiavolato, da pazzo,nemico di Dio e trasgressore della legge.Sei stato arrestato come un malfattore, incatenato,beffeggiato, abbandonato dai discepoli e dagli amici.Sei apparso dinanzi al giudice come un condannato,e hai accettato la sentenza.Per una parola che dicesti Ti diedero uno schiaffo,e il tuo silenzio Ti valse la condanna,e non potendo sopportare un uomo giusto,Ti condannarono gli uomini a una morte vergognosa.Ti colpirono il capo, l’incoronarono di spine,Ti rivestirono di un abito scarlattoPer essere oggetto di scherno. (Simeone nuovo teologo)

Dovremo attendere tre giorniSignore, di fronte alla tua morte, io sono una povera cosa viva, una cosa da nulla che ha quasi vergogna di guardarTi perché, in questo momento, ha vergogna di vivere.Eppure Tu mi hai voluto così, mi hai amato così, mi hai perdonato e redento così.Io resto qui, Signore, in attesa che, dalla croce, i tuoi occhi morenti cadano su di me.E non ti chiederò nessuna cosa, e non potrò neanche darTi nulla.Tu sei murato nella tua solitudine, abbandonato anche dal Padre. È l’ora delle tenebre. Dovremo attendere tre giorni per rivedere rivivere la vita.

(Adriana Zarri)

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Michelangelo Merisi da Caravaggio, “Flagellazione di Cristo”Museo nazionale di Capodimonte, Napoli

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I CUORI!La notte di pasquaO notte più chiara del giorno!O notte più luminosa del sole!O notte più candida della neve!Più soave del Paradiso!O notte che non conosce tenebre:tu allontani il sonno e ci fai vegliare con gli angeli.O notte, terrore dei demoni,notte pasquale, attesa per un anno!Notte nuziale della ChiesaChe dai la vita ai nuovi battezzatiE rendi innocuo il demonio intorpidito.Notte in cui l’Erede introduce gli eredi nell’eternità.

(Asterio di Amasea, 19° Omelia sul salmo 5)

Signore, tu sei vivoSignore, Tu sei vivo. Per tre lunghi giorni, alla nostra poca fede, avevi dato l’angoscia che Dio potesse morire; e a poco valevano le distinzioni dei teologi che eri morto soltanto come uomo, perché è da uomo che Ti avevamo conosciuto; e Dio aveva assunto la tua faccia, Dio parlava con la tua voce, Dio veniva con i tuoi piedi, che poi furono confi tti sulla croce. Come poteva Dio venire ancora da noi? Ma Dio viene ancora; Dio riprende a camminare, a parlare, a gestire; e adesso potrà anche andarsene da questo nostro mondo perché abbiamo creduto che non può morire in eterno. Signore, Tu sei vivo, Tu sei eterno, Tu non morirai, Nemmeno noi moriremo, anche noi siamo eterni, Signore, in Te. (Adriana Zarri)

Pasqua, luce del nuovo

splendoreÈ Pasqua; la pasqua del Signore...O tu, che sei veramente in tutti!...

Di ogni creatura gioia, onore, cibo, delizia;per mezzo tuo sono state fugate,

le tenebre della morte, la vita è data a tutti,le porte del cielo si sono spalancate.

Dio si è fatto uomoE l’uomo è elevato a somiglianza di Dio.

O Pasqua divina!...O Pasqua, luce del nuovo splendore...

(Ps. Ippolito, Omelia VI sulla Pasqua)

Non lasciarci orfaniGesù, Portatore della salvezza umana, desiderio impetuoso del cuore,fondatore del mondo salvato, luce senza ombre per quelli che amano.Quale compassione Ti ha conquistato, da voler portare i nostri delitti,

condannato a morte, innocente, per togliere noi dalla morte.Irrompi nel mondo delle tenebre, togli ai prigionieri le catene,

ritorna come un vincitore in trionfo e siedi alla destra del Padre.La tua misericordia Ti spinge a curare le nostre disgrazie,dona pienezza di luce a chi desidera vedere il tuo volto.

Sei Tu la guida, e la via del cielo, la meta dei nostri cuori,la gioia delle nostre lacrime, premio dolce per la nostra vita.

O Re della gloria, Signore delle Potenze, che sei salito oggi,da vincitore, nel più alto dei cieli,

non lasciarci orfani, e manda Colui che il Padre ha promesso per noi: lo Spirito della verità. Amen!

(dalla Liturgia Romana)

he andarsene da questo nostro u sei, in Te

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ndarsene da questo nostro vivo, Tu sei eterno, e. (Adriana Zarri)

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Primo venerdì del mese di Aprile

LA PAROLADal Vangelo secondo Luca (24.13-35)

i discepoli di Emmaus 13Ed ecco in quello stesso giorno due di loro era-no in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14e conversavano di tutto quello che era accadu-to. 15Mentre discorrevano e discutevano insieme,

Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il po-polo; 20come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifi sso. 21Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 23e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

25Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». 33E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 35Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

per meditare...

12

CUOREdel Mondo

2-2017

Noi nel camminare lungo le vie delle nostre esistenze possiamo commettere gli stessi errori dei discepoli di Emmaus, per qualche momento (o a lungo) perdere il coraggio, perdere la fi ducia. E non accorgerci che Gesù è accanto a noi, e cammina al nostro fi anco.

Matthias Stam“La cena di Emmaus”Museo Thyssen, Bornemisza (Madrid, Spagna)

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Primo venerdì del mese di Aprile

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per pregare...

frasi da ripetere

In questo meseLeggiamo:• Vangeli della RESURREZIONI

e ATTI degli APOSTOLI

Preghiamo:• Preghiere

a Cristo Risorto

Intenzione:• Per i giovani: che trovino la forza di seguire la propria vocazione.• Perché la Celebrazione dei Sacramenti sia vitale nella nostra vita

• Signore, cammina con noi.• Signore, resta con noi perché si fa sera.

13

Resta Con Noi, Signore«Tu che vieni come luce per accompagnarci lungo un cammino di fatica e di speranza.Resta con noi, Signore, quando i dubbi contro la fede ci assalgonoE lo scoraggiamento atterra la nostra speranza.Quando l’indifferenza raffredda il nostro amore,e la tentazione sembra troppo forte.Quando qualcuno deride la nostra fi ducia,e le nostre giornate sono piene di distrazioni.Quando la sconfi tta ci coglie di sorpresae la debolezza invade ogni desiderio.Quando ci troviamo soli, abbandonati da tutti,e il dolore ci porta alle lacrime disperate.Signore, nella gioia e nel dolore, nella vita e nella morte,resta con noi! (P. Maior)

A cura di Antonio Sperduti

«Signore, aspettami! Non andare così in fretta...

Io non posso seguirti, Tu vai troppo forte per me.

Aspettami, lasciati raggiungere.

Signore, però non deve fermarti, né rallentare il tuo passo.

Signore, voglio percorrere la strada verso la tua casa.

Signore, non preoccuparti di venire verso di me.

Potremo parlarci lungo la strada, fare una sosta.

Signore, non sono degno

di accoglierti sotto il mio tetto!

Però tu hai già aperto la porta e varcato la soglia:

Signore, non ho nulla di pronto,

non ho preparato niente per riceverti!

Ma già l’Amore senza limiti

è entrato nella mia stanza e mi dice:

“Mettiti a tavola, voglio cenare con te”».

(Un Monaco della Chiesa d’Oriente)

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CUOREdel Mondo

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Testimoni del RisortoUna vocazione laicale pasquale

Origine del MovimentoVerso la fi ne degli anni Settanta, alcuni laici si rac-

colgono attorno al salesiano don Sabino Palum-

bieri, per approfondire la Parola da tradurre in stile

di vita. Sono gli anni del fermento suscitato dalla

diffusione dei documenti del Concilio Vaticano II.

Le idee sparse convergono verso un progetto con

la prima proposta di un Movimento centrato sulla

gioia della Risurrezione, a Roma, nella famiglia di

Giorgio e Sandra Terracciano.

StoriaL’8 dicembre 1984 prende vita il Progetto “Te-

stimoni del Risorto verso il 2000” (Testes Resur-

rectionis - Atti 1,21-22), grazie al coordinamento

dei coniugi Cesira Ambrosio e Agostino Aversa.

Il Movimento spirituale laicale diventa il 20° Grup-

po della FS il 25 marzo 1999 ed è riconosciuto dal-

la C.E.I. con l’inserimento nella Consulta Nazionale

delle Aggregazioni laicali dal 25 settembre 2008.

Giunti ormai al terzo millennio, i laici impegnati

nel Movimento (tierrini), si defi niscono solo Testi-

moni del Risorto – TR.

Missione e spiritualitàIl TR è un percorso di fede e di amicizia condiviso

nei cenacoli – Famiglia di Famiglie – che mette in-

sieme giovani e adulti per capire, sentire, attuare e

irradiare meglio la Pasqua là dove il Signore chia-

ma nell’esperienza familiare, scolastica, professio-

nale, ecclesiale di ogni giorno.

Nel Battesimo, il carisma plasma ogni cristiano che

s’impegna a farsi lavorare dallo Spirito del Risorto.

La novità pasquale del TR è la scelta consapevole

di quel cammino che aiuta ad essere cristiani nei

tre livelli antropologici: pensiero, amore e compor-

tamento.

Il tierrino cerca di educarsi alla luce della Parola

per assumere: una testa nuova e guardare il mon-

do con la mente del Risorto, un nuovo modo di

amare come ama Gesù, e un nuovo comporta-

mento per servire Cristo, la Chiesa e il prossimo, a

partire dagli ultimi.

La spiritualità del TR è sintetizzata in 2 Tim 2,8: “Ri-

cordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è ri-

suscitato dai morti” e si attualizza nella missione

quotidiana con il servizio ai poveri e ai bisognosi,

nella formazione costante, nella preghiera giornalie-

ra e nella celebrazione, specialmente nel tempo tra

Pasqua e Pentecoste, della Via Lucis. L’icona dei due

discepoli di Emmaus è il paradigma del cammino di

fede del Movimento: l’incontro con Gesù risorto “sul-

le strade del mondo” fa correre dai fratelli a portare

l’annuncio “Abbiamo visto il Signore” (Gv 20,25).

Appartenenza alla Famiglia SalesianaIl carisma del TR, 20° Gruppo della FS, si innesta

nella spiritualità della Gioia pasquale di don Bosco,

nella sua attenzione ai poveri e ai giovani; nell’im-

pegno a vivere, ciascuno nella propria situazione,

la carità pastorale e lo zelo del Regno di Dio, e nel-

la fraternità attiva per costruire la famiglia.

Via LucisIn seno al Movimento che cercava una preghiera

per esprimere il proprio carisma, è sorta la Via Lu-

cis, con 14 stazioni che vanno dal sepolcro vuoto

della mattina di Pasqua alla discesa dello Spirito

santo a Pentecoste.

Questa devozione diffonde la Pasqua come stile di

vita per portare gioia in un mondo tendente alla

tristezza, ottimismo in un mondo sotto il segno

del non-senso, coraggio in un mondo che ha pau-

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ra e fa paura, speranza in un mondo segnato dalla

disperazione. Immediatamente piacque al succes-

sore di don Bosco, don Viganò. Gradatamente è

stata accolta nelle varie Parrocchie e Diocesi, fi no

al riconoscimento nella Congregazione per il Culto

Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

Nel Giubileo del 2000 Giovanni Paolo II l’ha inclusa

come devozione popolare accanto alla Via Crucis

e al Rosario.

La Via Lucis è oggi celebrata in tutto il mondo. Ri-

cordiamo celebrazioni straordinarie in Terra Santa,

in Russia, a Colle don Bosco, ad Assisi, Pompei, in

Cina, a Roma durante la GMG del 2000, in Came-

run, Argentina, a Fatima… talvolta con l’istallazio-

ne delle formelle realizzate dagli artisti Giovanni

Dragoni e Giorgio Rossi.

OggiIl TR vive nei Cenacoli (22 costituiti e 6 in forma-

zione), principalmente in Italia ma di recente anche

in Argentina e Spagna, con la guida spirituale del

salesiano don Luis Rosón Galache ed è organizzato

in tre settori: Giovani – Adulti – Volontariato.

GIOVANI per vivere la vita in pienezza; costruire

rapporti autentici di amicizia; seminare ottimismo

e comunicare dinamismo; scoprire la propria vo-

cazione; trasmettere la voglia di essere un giovane

pasquale capace di sognare insieme ai suoi com-

pagni per segnare profondo il pezzo di mondo in

cui vive.

ADULTI per la formazione permanente con la

preghiera costante, l’impegno concreto, la testi-

monianza quotidiana. Un sottosettore degli adulti

è quello delle Co.Ri., le tre sorelle consacrate che

seguono il Risorto con spirito sponsale, fi duciose

nella Provvidenza e generose verso i poveri, che

guardano ai giovani, i più bisognosi dell’annuncio

pasquale, e impostano la propria vita di relazione

con “delicatezza e fermezza, tenerezza e fortezza,

compostezza e amorevolezza, accoglienza e pru-

denza, semplicità e serenità”.

VOLONTARIATO è il naturale sbocco della con-

templazione pasquale. Il Risorto che fa risorgere

ogni giorno, manda i tierrini a collaborare con Lui

per la “risurrezione” di chi giace per mancanza di

pane, di casa, di senso…

1. Il giovane e raggiante don Sabino Palumbieri consegna la Via Lucis a Santa Teresa di Calcutta.

2. Pasqua Giovane 21/24 marzo 2016 – I giovani del TR in ritiro spirituale per le celebrazioni dal giovedì santo alla domenica di Pasqua.

3. Don Karim Madjidi presiede la celebrazione della Via Lucis con la FS del Lazio – Catacombe di San Callisto, 30 aprile 2016.

4. Roma, Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana “Siamo Famiglia” – 19 / 22 gennaio 2017.

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16 100Anni di Comunionehissà se don Filippo Rinaldi, accogliendo,

da Prefetto generale degli SDB, il 20 mag-

gio 1917, la richiesta di tre giovani anima-

trici dell’oratorio delle FMA a Valdocco

di consacrarsi per essere come FMA nel

mondo, avrà intuito che da quel pic-

colo seme sarebbe germogliata una

realtà di dimensioni mondiali, ricono-

sciuta dalla Chiesa come Istituto Se-

colare delle Volontarie di don Bosco?

Io credo di sì. Don Rinaldi era uomo

dallo sguardo lungo. Se metteva

mano ad un’opera era perché ne

intuiva la carica di fecondità che

avrebbe avuto per il bene delle ani-

me e per la diffusione del carisma salesiano del

mondo. Quando le tre animatrici dell’oratorio

di Valdocco tenuto dalle FMA, Maria Verzot-

ti, Celestina Dominici e Luigina Carpanera, la

segretaria del gruppo che ha redatto i verbali

degli incontri, gli comunicarono che volevano

essere consacrate, ma rimanere nel mondo, ac-

colse con gioia la proposta e disse loro: «Da pa-

recchio tempo i Rev. Superiori ricevono diversi

inviti affi nché si istituisca una Società di Figlie

di Maria Ausiliatrice nel secolo. (...) Questa cosa

era veramente nella mente e nel programma

del venerabile don Bosco...». Nel Quaderno Car-

panera, che raccoglie i verbali delle conferenze

mensili che don Rinaldi tenne alle nostre prime

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Beato Filippo Rinaldi, 3° Successore di don Bosco

(1856-1931),

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Volontariato ad intra per il servizio nelle realtà che

ogni Cenacolo individua sul proprio territorio come

l’assistenza ai poveri delle periferie, anche esistenzia-

li, nelle grandi città (Roma, Napoli, Bari, Taranto), la

collaborazione con le suore Missionarie della Carità a

Roma, il servizio nei centri diocesani di aiuto alla Vita…

Volontariato ad extra per il sostegno ai progetti di

sviluppo relativi a educazione, formazione e sanità

in Camerun, Ruanda e Moldavia, anche attraverso

l’Associazione ONLUS “Volontari per il Mondo”.

L’impegno a vivere un cristianesimo gioioso e a

testimoniarlo, è sentito da persone diverse che, in

diverse situazioni, crescono nella comune vocazio-

ne pasquale, e che cercano di vivere l’ordinario in

modo straordinario nella famiglia di sangue, nella

famiglia del Cenacolo e nella famiglia di famiglie

del Movimento seguendo l’esempio di don Bosco e

dei beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi.

I Testimoni del Risorto si riuniscono ogni anno,

tutti insieme ad agosto, per gli Esercizi Spirituali

del Movimento; ogni semestre (novembre e aprile)

per conoscersi meglio e confrontarsi su temi di at-

tualità alla luce della Parola e dei documenti della

Chiesa; ogni quindici giorni nel Cenacolo locale per

rifl ettere pregando e pregare rifl ettendo secondo

lo schema della Lectio Divina e per un incontro di

formazione scelto dal cenacolo; e ogni sera, alle

20:00 si uniscono spiritualmente nella preghiera di

Emmaus “Resta con noi Signore perché si fa sera e

facci testimoni della Tua Pasqua!”.

L’8 dicembre 2014, 192 tierrini hanno chiesto di

esprimere pubblicamente l’Impegno col Risorto,

per vivere e testimoniare con rinnovato senso di

appartenenza l’annuncio gioioso e carico di spe-

ranza che Cristo è veramente Risorto!

Dina Moscioni

Testimoni del Risorto

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Asorelle dal 20 maggio 1917 al 21 maggio

1928, leggiamo lo scopo prezioso che don

Rinaldi attribuiva a quel piccolo gruppo:

«Questo corpo ha lo scopo, il carattere, di so-

stenervi reciprocamente, animarvi, aiutarvi a

trovare anche fuori nel mondo un appoggio

solido nel momento del pericolo; è necessa-

rio però essere legate per continuare perseve-

ranti». E poco più oltre: «Quello che veramente

mi preoccupa è che abbiate lo spirito buono; la

vostra missione non consiste soltanto nel farvi

sante, ma adattarvi alle necessità della vita, dei

tempi, per fare il bene. Per essere delle buone

giovani non è necessario associarvi; ma per po-

ter compiere questa missione di bene, sì».

Da quegli umili inizi nell’oratorio di Valdocco,

sono trascorsi 100 anni, un tempo di grazia nel

quale il piccolo gruppo è cresciuto. Attualmen-

te siamo circa 1200, sparse nei cinque conti-

nenti. È stato riconosciuto dalla Chiesa Istituto

Secolare di diritto pontifi cio nel 1978.

Siamo organizzate in 26 Regioni e 178 Gruppi.

Il Gruppo si incontra una volta al mese per la

giornata di ritiro. Più Gruppi vicini costituisco-

no una Regione, la quale organizza nel corso

dell’anno gli Esercizi Spirituali ed altre giornate

di formazione. Non abbiamo vita in comune,

ma viviamo la comunione, alimentando i rap-

porti di amicizia e vivendo la prossimità e la so-

lidarietà concreta con le Sorelle che si trovano

in situazioni di diffi coltà.

Viviamo la nostra consacrazione nel mondo

e questo è il nostro modo di essere Chiesa, di

renderla presente dovunque siamo, di evange-

lizzare e di collaborare con Dio alla salvezza di

tutti.

Condividiamo nel lavoro la fatica degli uomini

e delle donne, colleghi o compagni nelle or-

ganizzazioni sociali in cui ci inseriamo, facen-

doci solidali con loro nello sforzo di rendere il

mondo più giusto e più umano. Vogliamo es-

sere attivamente e responsabilmente presenti,

secondo le capacità e le possibilità di ognuna,

negli ambienti in cui l’uomo vive ed opera e

siamo aperte ad accogliere le ricchezze delle

varie culture.

Siamo parte della Famiglia Salesiana e inten-

diamo continuare nel mondo l’opera apostolica

di don Bosco nell’originalità della nostra vo-

cazione. Facciamo nostri i principi del Sistema

Preventivo, uno stile di vita e di azione che spe-

cifi ca la nostra spiritualità che è spiritualità del

quotidiano e si esprime come carità che nasce

dalla nostra unione con Cristo.

I destinatari della nostra missione sono quelli

a cui si dedicò don Bosco: i giovani in primo

luogo, i poveri, le missioni e comunque tutti i

fi gli di Dio che raggiungiamo con le nostre atti-

vità e il nostro lavoro, perché il dono del Signo-

re è per tutti. Don Rinaldi ci raccomandava di

conservare sempre un’attenzione privilegiata al

mondo giovanile. Perciò dovunque la VDB ope-

ra, ci sarà sempre un cuore che prega, lavora,

soffre per benefi care la condizione dei giovani

che può raggiungere.

Il mondo vidibino quest’anno celebrerà il Cen-

tenario a Valdocco nei giorni 20 e 21 maggio,

alla presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani.

È stata invitata la Consulta Mondiale della Fa-

miglia Salesiana e il Vescovo di Torino. Il Rettor

Maggiore presiederà la Celebrazione Eucaristi-

ca. In quell’occasione ci consegnerà la lettera

che ha indirizzato a noi per il nostro Centena-

rio. Una sorella di Torino presenterà il libro che

ha scritto sulla storia dei nostri primi 100 anni,

con la preghiera al Signore che la nostra sto-

ria continui, sempre più feconda di frutti per la

Chiesa e il mondo, perché il nome del Signore

sia glorifi cato e conosciuto da tutti i suoi fi gli

fi no a tutti i confi ni della terra.

Daniela

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LA FA

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LIA

NEL

CUOR

ECUOREdel Mondo

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nascita di un bambino è sempre un even-

to di stupore e meraviglia. Un evento che

emoziona e rigenera tutta la comunità

parentale. In quel frangente tutte le attenzioni

si riversano sui 2 attori della nascita: mamma e

bambino. Il padre, in queste occasioni, sembra

avere un ruolo più dimesso e secondario, talvol-

ta si genera anche una sensazione di inutilità o

di intralcio. Un ruolo inizialmente dimesso ma

che cresce di potenza e di importanza al crescere

del fi glio. Diventare padri credo sia un passaggio

importante per un uomo. Nella storia dell’uomo,

come nelle storie della Bibbia, la paternità è se-

gno di forza e di potenza, è il proiettare se stessi

oltre i limiti temporali, è radicare se stessi in una

storia, la paternità segnava la dinastia, dava ra-

dici solide, dava rilievo sociale.

Al di là del ruolo sociale che genera la certezza di

una paternità, essa ha un ruolo importantissimo

per un sano ed equilibrato sviluppo psicologico

del bambino; lo spiega bene lo psicoterapeuta

Claudio Risè quando afferma: il bambino vive

naturalmente e giustamente una relazione sim-

biotica con la madre, ma senza il padre rimane

prigioniero di questa. Il padre “taglia”, fa emer-

gere il fi glio permettendo la sua nascita psico-

logica. Una funzione importantissima dunque,

avviare quei tagli progressivi dalla relazione ma-

dre bambino che consentiranno a quest’ultimo

di individuarsi di sperimentare se stesso.

Le trasformazioni sociali degli ultimi 50 anni,

l’affermazione della donna in tutti i campi che

prima erano ad esclusivo appannaggio maschile,

hanno avuto come conseguenza quella di met-

tere in grossa crisi l’universo maschile: l’uomo

ha dovuto affrontare – e sta ancora affrontando

– una forte crisi di identità. In questa crisi anche

la fi gura del padre ha richiesto una defi nizione

che è tutt’ora in corso.

La cultura individualista e narcisista dominan-

te ha purtroppo generato pian piano una lenta

eclissi la fi gura paterna: se da una parte se ne

rivendica il ruolo paritario con quella mater-

na – basta ricordare

l’impegno profuso

dalle istituzioni nella

realizzazione del-

le pari opportunità

tra i generi sessuati

–, allo stesso tem-

po viene messo ai

margini o estro-

messo dalle scelte

della donna sulla

La

Il nuovo tempo del padre

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Evita che porta in grembo. Abbiamo dato ai ge-

nitori la possibilità di sottrarsi al vincolo di san-

gue, di fuggire, abbiamo offerto alibi narcisistici.

Il prezzo da pagare è stato alto. Oggi,

molti scrittori contemporanei lancia-

no l’allarme: siamo una società sen-

za padri. Massimo Recalcati nel libro

“il complesso di Telemaco” parla di

“evaporazione del padre: “il tempo di

evaporazione del padre è il tempo di

evaporazione degli adulti. Il narcisi-

smo dei fi gli dipende da quello dei ge-

nitori. C’è molto da rifl ettere su questa

affermazione.

L’indebolimento del padre – a mio av-

viso – è iniziato con la famosa legge

sull’aborto, dove viene riconosciuta alla

donna diritto esclusivo di decidere sulle sorti

del feto che porta in grembo. Il padre viene

escluso, estromesso dalla responsabilità ge-

nitoriale: quanti padri hanno subito scelte

dolorose di donne disperate o semplicemente

impaurite dall’affrontare una esperienza così

rilevante! Quanti padri si sono visti togliere il

diritto di parola!

Un’altro colpo importante viene inferto con la

legge sul divorzio quando – i padri vengono

esclusi dall’affi damento dei fi gli e pian pia-

no indeboliti nell’esercizio del loro ruolo. Padri

separati che vivono dilaniati la loro esperien-

za genitoriale. L’affi do condiviso ha cercato di

sanare questa situazione, ma ha aumentato la

confl ittualità coniugale. Oggi ci vantiamo di es-

sere una società civile, progredita, ma spesso a

che prezzo.

Da queste macerie giuridiche e sociali, si apre

ora la possibilità di inaugurare un nuovo tem-

po del padre, dove questi possano riappropriarsi

della gioia di questo ruolo con la consapevolez-

za che la genitorialità non toglie, ma arricchisce

ed allarga prospettive ed orizzonti. Nella fatica

di ridefi nire il proprio ruolo sociale e personale

i padri di oggi sembrano vivere con rinnovata

consapevolezza il loro ruolo.

L’esortazione apostolica Amoris

Laetitia, al n. 55 ci invita a recu-

perare il senso originario del ruo-

lo che svolge il padre: L’assenza

del padre segna gravemente la

vita familiare, l’educazione dei fi gli e il loro inse-

rimento nella società. La sua assenza può esse-

re fi sica, affettiva, cognitiva e spirituale. Questa

carenza priva i fi gli di un modello adeguato del

comportamento paterno.

In realtà la fi gura paterna non può essere pensa-

ta scissa e separata da quella della madre, come

invece oggi alcune ideologie vogliono afferma-

re. Sempre in Amoris Laetitia, al n. 172, viene

infatti affermato: Non si tratta solo dell’amore

del padre e della madre presi separatamente,

ma anche dell’amore tra di loro, percepito come

fonte della propria esistenza, come nido che ac-

coglie e come fondamento della famiglia.

Il nuovo tempo del padre è già iniziato.

Emma CiccarelliVice Presidente Forum delle Associazioni Familiari

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RE Una “Casa di Don Bosco” per restituire la speranza a i bimbi di Locri

diritti dei bambini qui a Locri non esistono. Qui i ragazzi non hanno voce” sono le parole di Nella, volontaria presso la “Casa di Don Bosco” che i Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS sostengono nella locride.

Nella, insieme ad altri operatori, è impegnata ad assistere i bambini che quotidianamente frequentano il doposcuola in oratorio. Vivere a Locri vuol dire avere a che fare con la cultura dominante mafi osa e clientelare, dove i fi gli spesso sono etichettati a scuola con il cognome dei loro padri. Un’etichetta che non è facile togliersi come racconta Nunzia: «capita che gli insegnanti si facciano condizionare dai cognomi e chi potrebbe appartenere ad una famiglia affi liata alla criminalità viene penalizzato invece che essere aiutato».

In questo contesto di rassegnazione e sfi ducia è nata la “Casa di Don Bosco” guidata da Don Mimmo Madonna che ogni giorno offre ai bimbi di Locri un luogo dove formarsi e divertirsi in modo sano. «Insegno loro a giocare a calcio – racconta Don Mimmo - ma anche l’amore alla vita che, però, voglio che fi orisca qui, nel loro paese. La Calabria è una delle regioni

più ricche d’Italia, per risorse umane e naturali ma le istituzioni locali lo ignorano e continuano a non avere uno sguardo lungimirante per questi ragazzi. È una terra che ha bisogno di sperare!»

Quella di Don Mimmo è solo una delle tante storie di salesiani e laici impegnati a contrastare i fenomeni di povertà educativa e di dispersione scolastica del nostro Paese. Il progetto “Case di Don Bosco” promosso da Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS nasce per accompagnare quei giovani che in Italia si trovano in condizioni di povertà, ai quali manca la presenza costante di una famiglia e che hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro. Operano nelle periferie di grandi città come Novara, Foggia e Catania offrendo a questi quartieri spazi a misura di bambino per svolgere attività scolastiche o extra-scolastiche.

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e scopri il progetto “Case di Don Bosco”

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ilSEGNALIBRO

VIVERE PARTENDO

dalla Risurrezione:

questo significa

PASQUA(D. Bonhoeffer) ”

CUOREdel Mondo

PIA OPERA DEL SACRO CUORE via Marsala, 42 - 00185 Roma

R

Cd

«Ai benefattori della chiesa del voto internazionale, dedicata al S. Cuore di Gesù

al Castro Pretorio di Roma, era già stata promessa, quando detta chiesa fosse

compiuta, la celebrazione di una messa ogni venerdì dell’anno e la recita quotidiana del S. Rosario

con altri esercizi di pietà. Ad ampliare questi vantaggi spirituali e farne partecipare

più altre persone, venne stabilita nella suddetta chiesa la PIA OPERA DEL S. CUORE DI GESÙ...”.

(Da un programma della Pia Opera, durante il Rettorato di Don Rua, 1° successore di Don Bosco)

ieri

Come ci si iscrive:

Con una offerta libera, presso gli uffi ci della Basilica o mediante conto corrente

postale o bonifi co sottoindicati con causale “Iscrizione alla Pia Opera del Sacro

Cuore”, specifi cando il cognome e nome di chi si vuole iscrivere, vivo o defunto.

ELEMENTO CENTRALE

La celebrazione quotidiana di una S. Messa concelebrata

in perpetuo per gli iscritti vivi o defunti.

Le offerte:• Per lo sviluppo e la diffusione della devozione al S. Cuore, anche tramite pubblicazioni.

• A favore delle missioni e delle vocazioni sacerdotali;

• In favore dei salesiani anziani e malati;

• Per ragazzi e giovani in situazione di particolare disagio.

N° conto corrente postale: 914010codice IBAN: IT03 P076 0103 2000 0000 0914 010

intestati a: Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù

BANCA PROSSIMAintestato a: Circoscrizione Salesiana Sacro Cuore Italia Centrale

codice IBAN: IT 26 M03359 01600 100000135683

Per informazioni:• Segreteria (orario uffi cio da lunedì a venerdì normalmente 9-12)

Tel. 06.444.83.423 - 06.444.83.411 - 06.492.83.403

• Portineria dell’Istituto (dalle ore 6.00 alle 22.00), lasciando un messaggio per

Don Antonio: Tel. 06.492.72.21. Per qualsiasi richiesta: [email protected]

“La Comunità salesiana che presta il servizio pastorale nella Basilica del S. Cuore s’impegna a celebrare

la SS. Eucarestia, una volta tutti i giorni, secondo

le intenzioni degli offerenti, i quali in tal modo, unendosi spiritualmente alla celebrazione del sacrifi cio di Cristo, potranno benefi ciare di quel dono di grazia che scaturisce dalla rinnovazione del memoriale di Cristo”.Il ricordo riconoscente per i benefattori avviene anche nella recita quotidia-

na del S. Rosario e delle Litanie lauretane e in quei pii esercizi che si attuano secondo i ritmi dell’anno liturgico.

oggi

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ilSEGNALIBRO

CUOREdel Mondo

Santuario internazionale www.basilicadelsacrocuore.it; [email protected]

Tel. segreteria 06.49.27.22.56 (ore 9-12: giorni feriali) • Tel. 06.44.53.257 (parroco)

ORARIOINVERNALE

FERIALI: ore 6.30 • 7.007.30 • 8.00 (Lodi Messa)

9.00 • 18.00FESTIVI: ore 7.00 • 8.00

9.00 • 10.0011.30 (Messa parrocchiale

e dei giovani)16.00 (in lingua fi lippina)

18.00 ESTIVO

GIUGNO-LUGLIO-AGOSTOFERIALI: ore 6.30 • 7.00 • 7.308.00 (Lodi Messa) • 9.00 • 18.00

FESTIVI: ore 7.00 • 8.00 9.00 • 10.00 • 11.30 • 18.00

Messa delle 7.00 è per iscritti Opera Pia

MUSEO DON BOSCOe “CAMERETTE”

(tutti i giorni)ore 9.00-12.00 • 15.00-18.30

• PRIMO VENERDI:ore 10.30-17.30 Adorazione silenziosa

ore 18.00 Solenne Concelebrazione cui segue Adorazione animata

da un gruppo della Famiglia Salesianaore 19.15 Vespri e buona notte

altri VENERDI:Adorazione Eucaristica silenziosa:

ore 18.30-19.15 ore 19.15 Vespri,

benedizione eucaristica e buona notte• I GIOVEDI:

Adorazione Eucaristica animata: ore 18.30-19.15

ore 20.30-22.00: da e per i giovani• IL 24: Commemorazione mensile

di Maria Ausiliatrice• ULTIMO GIORNO

DEL MESE: Commemorazione mensile

di san Giovanni Bosco• SACERDOTI PER LE CONFESSIONI:

lingua italiana, spagnola

ore 6.30-7.15(giorni feriali)

ore 17.00-18.00inglese

tutti i giorniore 9.00-12.00;

17.30-19.00

Nel Santuario, le celebrazioni della SANTA MESSA si tengono nei seguenti orari:

VIVERE PARTENDO

dalla Risurrezione:

questo significa

PASQUA(D. Bonhoeffer) ”